Il nuovo Rapporto CONSOB traccia un quadro aggiornato sugli investimenti sostenibili e la criptoattività in Italia, «anche con riguardo a profili che possono rilevare per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali» dell’Ente. Non è un caso che i due temi siano associati in un’unica pubblicazione: si tratta infatti di due tendenze innovative dei mercati che sono destinate a crescere nel prossimo futuro.
Per quanto riguarda il mondo crypto, la CONSOB riconosce che
a partire dal 2020 il numero di criptovalute ha registrato una espansione crescente, passando da poco più di 2.400 a oltre 10.300 ad aprile 2022. Anche la capitalizzazione ha registrato un aumento significativo, sebbene rimanga contenuta nel confronto con la capitalizzazione dei mercati azionari (2,5% del valore aggregato dello S&P500 e dello Stoxx Europe 600). A fine maggio 2022, oltre il 60% della capitalizzazione totale delle criptovalute è riferibile a Bitcoin ed Ether, mentre il dato si attesta al 13% con riguardo alle stablecoins.
La volatilità delle criptovalute resta ovviamente molto alta, ben superiore a quella riferibile «ad alcune categorie di asset non digitali», laddove il rendimento, scrive la CONSOB, resta di gran lunga inferiore a quello di altre categorie di asset tradizionali. Per quanto riguarda i prezzi, questi risultano «moderatamente correlati con gli andamenti dei principali indici azionari», in uno scenario peraltro in cui questa correlazione tende a rafforzarsi.
Tra le principali criticità, quella legata ai profili di rischio cibernetico è probabilmente la più rilevante: la CONSOB dichiara infatti che «alcune statistiche relative a 120 piattaforme digitali dedicate a criptoattività evidenziano che solo 16 possono ritenersi molto sicure».
In conclusione, il Rapporto CONSOB (che fa eco alla recentissima Comunicazione della Banca d’Italia in materia di tecnologie decentralizzate nella finanza e cripto-attività) evidenzia una presa di coscienza sempre maggiore da parte delle istituzioni finanziarie sul tema delle criptovalute e delle criptoattività. L’esigenza di una regolamentazione del mercato, espressa anche a livello comunitario, potrebbe mitigare il rischio d’impresa per gli operatori e nello stesso tempo avvicinare gli investitori istituzionali e retail agli asset digitali.