Riconoscendo implicitamente l’importanza del tema, il Parlamento Europeo pubblica un briefing in cui non solo viene tentata una definizione della tecnologia, ma viene anche proposto un elenco di punti critici su cui il legislatore EU intende tenere gli occhi aperti.
Da un punto di vista tecnologico, il metaverso è comunemente considerato un’evoluzione di Internet verso “Web3” (Web1 è il web mondiale e Web2 significa l’ascesa dei social media) in cui gli individui sono responsabilizzati e attivamente coinvolti nella creazione di mondi virtuali . A partire dai videogiochi, le realtà fantasy si sono già evolute nel tempo in ambienti virtuali 3D (ad esempio la piattaforma multimediale Second Life o la piattaforma di gioco World of Warcraft) che ora combinano numerose tecnologie per creare un’esperienza immersiva. Il metaverso costituirà il passo successivo e molto più comprensivo di quello sviluppo.
Vengono individuate 4 caratteristiche chiave:
- realismo, che consente alle persone di immergersi emotivamente nel mondo virtuale;
- ubiquità, nel senso che gli spazi virtuali sono accessibili attraverso tutti i dispositivi digitali utilizzando un’identità virtuale;
- interoperabilità, che consente a sistemi o piattaforme distinti di scambiare informazioni o interagire tra loro senza soluzione di continuità;
- scalabilità, ovvero la capacità di disporre di un’architettura di rete in grado di fornire potenza sufficiente per consentire a un numero enorme di utenti di occupare il metaverso senza compromettere l’efficienza del sistema e l’esperienza degli utenti.
Per il Parlamento Europeo, il metaverso è sia un’opportunità che un rischio, la cui dimensione non è ancora chiara. Rilevanti sono anche le implicazioni del “fenomeno metaverso” su altre aree di policy making, ad esempio nelle discussioni sul progetto di legge sull’IA (AI Act).